Prosegue la lotta senza tregua all’inflazione, tutte le banche centrali mondiali, esclusion fatta per i paesi del sol levante, sono alle prese con politiche monetarie aggressive, tutte seppur in maniera gradualmente diversa, stanno procedendo al rialzo dei tassi di interesse, mirando a colpire la domanda aggregata , con l’intanto di ridimensionare i consumi e quindi la produzione e con essa la domanda di energia, per riequilibrare i prezzi.

Oggi una giornata chiave per i mercati, il primo intervento è stato fatto dalla RBNZ che , come da attese ha portato il costo del denaro dal 2% al 2.50%, proseguendo il suo cammino di inasprimento dei tassi, per contenere un’inflazione che ha toccato il record degli ultimi 30 anni al +6.9% .

Sarà poi il turno della Bank of Canada, anche lei chiamata ad assolvere allo stesso compito, in questo caso l’aspettativa è di un rialzo di ben 75bp, che porterebbe il costo del denaro ad un tasso definitivo del 2.25%.

Dato chiave per la giornata di oggi, l’inflazione in America! Da questo dato potrebbe decidersi la prossima mossa della FED, con un0inflazione anche in rialzo ci sarebbero poche speranze di vedere una FED accomodante, e possibili rialzi tassi di 75bp sarebbero una possibilità concreta da mettere sul tavolo. Tuttavia le speranze sono per dei dati in calo, che mostrino il raggiungimento del picco inflazionistico, che permetterebbe alla FED di procedere con politiche si aggressive, ma ad un ritmo blando , che punti al famoso soft landing.

ANALISI RETAIL

Nel frattempo, il mondo valutario si è adeguato, con eurusd alla parità e sembra aver trovato qui una fase di respiro dal suo rally ribassista, con i retail che prendono fiato dalle posizioni long in mean reverting passando da un 77% long di ieri al 75% attuale.

Anche il dollaro usa ripiega leggermente, favorendo qualche presa di profitto da parte dei retail che si portano dall’81% short al 77% attuale.

Anche la sterlina passa da un 64% lungo ad un più tenue 60% long grazie a qualche presa di profitto sui recuperi dai minimi

Equilibrio ritrovato anche sulle oceaniche, con il dollaro australiano che vede i retail passare dal 77% long di ieri al 57% di questa mattina

nfine, il dollaro canadese che ieri vedere l’81% dei retail short, oggi si ritrovano al 71% con un calo del 10%.

METALLI

Il mondo dei metalli continua la sua permanenza sui minimi di periodo, dopo ver sofferto la forza del dollaro da lato e le paure di una fase recessiva mondiale, che ne vedrebbe un calo nella domanda e quindi un ridimensionarsi dei prezzi, il silver resta ancorato alle aree di 19$ senza per ora trovare la forza per delle ripartenze, cosi come il gold che è alle prese con 1722$ livello chiave dal quale non ci sorprenderebbero delle ripartenze rialziste di breve. Troviamo tuttavia di maggiore interesse il livello di 1680$ per sperare in possibili rimbalzi di breve periodo

INDICI

Prosegue la fase di congestione dei prezzi sugli indici azionari mondiali. Il dax dopo un timido tentaivo di rimbalzo per attaccare le resistenze poste a 13000pnt sembra voler puntare nuovamente ai minimi di periodo di 12474, in scia con quello che sarebbe ancora una paura di politiche economiche da parte della BCE via via più aggressive, special modo con l’avvicinarsi della prima riunione del 21 luglio.

Anche l’S&P non trova la forza per un vero e proprio storno, e le prime resistenze poste a 3950pnt non sono state nemmeno toccate. Si unta quindi ancora una volta ai minimi di 3740 pnt e 3650pnt, ma sarà evento chiave i dati sull’inflazione in pubblicazione oggi pomeriggio

buona giornata e buon trading